Stiamo perdendo il Centro.
Ormai a Gallarate, almeno una volta al mese vedo, passeggiando per il centro, chiudere un negozio.
Ed è un bel colpo, perché, oltre essere con la mia azienda tela del tessuto commerciale gallaratese, sono anche un consumatore e noto i centri commerciali ancora pieni di gente.
Quindi mi domando: “la colpa, è di una crisi economica o di un cambio culturale?”.
Io penso sia una via di mezzo.
Immagino che i negozi del centro non abbiano rivalutato la loro proposta, per cercare di colmare una diminuzione del portafoglio medio che comunque c’è stata.
Immagino però, che contemporaneamente siano cambiati i nostri ritmi, che ci impongono “il poco tempo” da dedicare alla spesa.
Tutti corrono e la disposizione attuale di tutti (o quasi) i supermercati, rinforzano questa corsa, impostando il nostro percorso a un zig zag frenetico, dove ogni “tot” angoli, troviamo un prodotto esposto con un “fare” direi parecchio superbo. Nessuna comunicazione, nessuno che ci spieghi cosa stiamo comprando, nessuno di cui fidarsi. L’unica scritta enorme che troviamo è il prezzo e, magari, non è nemmeno il più basso o quello con il migliore rapporto qualità\prezzo.
E tutto questo è corretto?
Noi consumatori ce lo meritiamo?
E noi aziende, possiamo fare qualcosa per invertire il cambio di rotta?
Si tratta di riequilibrare il sistema, non di rifondarlo e di far chiudere i supermercati.
Secondo me, si, possiamo fare qualcosa, e anche molto.
Un piccolo aneddoto:
Una domenica mi invitano, insieme alla mia fidanzata, all’ultimo minuto a cena da amici.
“Passiamo a prendere un dolce?”
“Dove?”
“Facciamo un salto ************** tanto sarà aperto”
La nostra idea è di entrare, comprare e 3 minuti dopo uscire felici, pronti per passare una serata in compagnia.
Grande errore.
Il supermercato è intasato, immaginiamo ci sia una promozione incredibile per creare tanto caos. Entriamo e una quantità insostenibile di persone si muove a destra e a sinistra. Prendiamo il nostro dolce, arriviamo in cassa, mi guardo intorno e noto che molte delle persone in fila hanno una spesa particolare.
In tacchi a spillo o capello ingellatissimo, hanno così necessità dello yogurt (per altro non in offerta) o dei surgelati?
…Considerando la coda interminabile da sopportare per arrivare alla meta.
Fosse stata la cartaigienica…
Ok, anche noi eravamo da poche lodi.
Anche noi eravamo in quel posto, a quell’ora, per un solo prodotto e non di prima necessità. Ci sembrava carino presentarci con qualcosa e a quella fantastica ora, era l’unica soluzione.
Tornando al punto, ma tutte quelle persone, non potevano andare a passeggiare per il centro cittadino?
Come mai crea più interesse la luce artificiale, dei prodotti non spiegati, il tutto in un posto chiuso e, relativamente, ristretto?
Come possiamo far ritornare le persone in centro?
Qualche idea ce l’ho e ve la racconto nel prossimo articolo, perché questo, ormai, sta diventando troppo lungo.
Buona Vita
Ps: se volete esprimere le prime impressioni in un commento, fatelo, così sarò più preparato per la prossima scrittura.